Semiramide, libretto, Lisbona, Stamperia Reale, 1771

 ATTO TERZO
 
 SCENA PRIMA
 
 Campagna su le rive dell’Eufrate. Mura de’ giardini reali da un lato con cancelli aperti. Navi nel fiume che ardono.
 
 Zuffa già incominciata fra le guardie assire e soldati sciti, gli ultimi de’ quali si disperdono inseguiti dagl’altri. Poi IRCANO e MIRTEO combattendo. Il primo cade, l’altro gli guadagna la spada
 
 MIRTEO
 Cedi il ferro, o t'uccido.
 IRCANO
                                             Il ferro avrai
 quand'io rimanga estinto.
 MIRTEO
 Empio vivrai ma disarmato e vinto. (Gli leva la spada)
 IRCANO
675Astri nemici!
 MIRTEO
                            Assiri,
 al re lo scita altero
 prigionier conducete.
 IRCANO
                                          Io prigioniero!
 Lacci ad Ircano? Ah temerario! E sai
 chi sono?
 MIRTEO
                     Eh di minacce
680tempo or non è. Grazia e pietade implora.
 IRCANO
 Grazia e pietà? Farò tremarvi ancora. (Ircano parte tra le guardie assire)
 
 SCENA II
 
 MIRTEO, poi SIBARI con spada nuda
 
 MIRTEO
 Inutile furor.
 SIBARI
                           Mirteo, respira.
 Tu il barbaro opprimesti, i suoi seguaci
 io dispersi e fugai. Salva è Tamiri,
685lode agli dei. (Rimette la spada)
 MIRTEO
                           Quanto ti deggio, amico.
 Vieni al mio sen. Con l'opportuno avviso
 mi salvasti il mio ben.
 SIBARI
                                           L'opre dovute
 alcun merto non hanno.
 MIRTEO
 Che fido cor!
 SIBARI
                           (Che fortunato inganno!)
 MIRTEO
690Ecco un rival di meno
 per te mi trovo.
 SIBARI
                                Il tuo maggior nemico
 non ti è noto però.
 MIRTEO
                                    Lo so, Scitalce
 funesto è all'amor mio.
 SIBARI
                                             Solo all'amore?
 Ah Mirteo, nol conosci.
 MIRTEO
                                            Io nol conosco?
 SIBARI
695No. (S'irriti costui).
 MIRTEO
                                       Chi dunque è mai?
 Spiegati, non tacer.
 SIBARI
                                      Scitalce è quello
 che col nome d'Idreno
 ti rapì la germana.
 MIRTEO
                                     Oh dei! Che dici?
 Potresti errar?
 SIBARI
                              Non dubitarne, è desso.
 MIRTEO
700Ah non a caso il cielo
 il reo mi guida innanzi. Il suo castigo
 è mio dover. (In atto di partire)
 SIBARI
                           Dove t'affretti? Ascolta (Trattenendolo)
 Regola almen lo sdegno.
 MIRTEO
 Non soffre l'ira mia freno o ritegno. (Parte)
 
 SCENA III
 
 SIBARI solo
 
 SIBARI
705Quell'ira ch'io destai
 molto giovar mi può. Scitalce estinto
 dal timor mi difende
 ch'ei palesi il mio foglio;
 e di lei che m'accende
710un inciampo mi toglie al letto e al soglio.
 Questa dolce lusinga
 di delitto in delitto, oh dio, mi guida;
 ma il rimorso or che giova?
 Quando il primo è commesso,
715necessario diventa ogn'altro eccesso.
 
    Or che sciolta è già la prora
 sol si pensi a navigar.
 
   Quando fu nel porto ancora
 era bello il dubitar. (Parte)
 
 SCENA IV
 
 Gabinetti reali.
 
 SEMIRAMIDE, uno de’ custodi, poi SCITALCE
 
 SEMIRAMIDE
720Nol voglio udir. Da questa reggia Ircano
 parta a momenti. Egli perdé nel vile
 tradimento intrapreso
 ogni ragione all'imeneo conteso.
 Odi: (Alla guardia che partiva) Scitalce a me s'inoltri. Io tremo (Parte la guardia)
725ripensando a Mirteo. Con quale orgoglio
 or mi parlò! Non è suo stil. Che avvenne?
 Che vuol? Mi ravvisò? Principe ah siamo (A Scitalce che arriva)
 in gran periglio entrambi. Ho gran sospetto
 che Mirteo ci conosca. Ai detti audaci,
730all'insolito sdegno, alle minacce
 misteriose e tronche o giurerei
 ch'ei ci scoprì. Per quest'istanti appena
 ch'io parlo teco a differir la pugna
 indussi il suo furor.
 SCITALCE
                                       Rendimi il brando,
735lasciami dunque in libertà.
 SEMIRAMIDE
                                                    Vincendo
 che giovi a me, quando ei mi scopra? Ah pensa
 che all'estrema sventura
 io ridotta sarei.
 SCITALCE
                               Questa è tua cura.
 SEMIRAMIDE
 Ma se senza tuo danno
740tu potessi salvarmi,
 nol faresti o crudel?
 SCITALCE
                                       La tua salvezza
 non dipende da me.
 SEMIRAMIDE
                                        Da te dipende.
 Odimi sol
 SCITALCE
                      Parla. (Con disprezzo)
 SEMIRAMIDE
                                   E che vuoi ch'io dica,
 se m'ascolti così? Fin ch'io ragiono
745placa quell'ira o caro:
 modera quel dispetto,
 prometti di tacer.
 SCITALCE
                                   Parla. Il prometto
 SEMIRAMIDE
 (M'assisti amor).
 SCITALCE
                                   (Che mai può dirmi).
 SEMIRAMIDE
                                                                             Or senti.
 Se la tua man mi porgi...
 SCITALCE
750Che! La mia man?
 SEMIRAMIDE
                                     Rammenta
 che dei tacer. M'avanza
 molto ancor che spiegarti
 SCITALCE
                                                 (Oh tolleranza!)
 SEMIRAMIDE
 Se la tua man mi porgi
 tutto in pace sarà. Vedrà Mirteo
755col felice imeneo
 giustificato in noi l'antico errore;
 più rivale in amore
 non gli sarà Scitalce; e quando uniti
 voi siate in amistà, l'armi d'Egitto,
760le forze del tuo regno, i miei fedeli,
 se ben scoperta io sono,
 saran bastanti a conservarci il trono.
 Oh viver fortunato,
 oh dolce uscir di vita
765con l'idol mio, col mio Scitalce unita!
 SCITALCE
 (Se men la conoscessi
 al certo io cederei).
 SEMIRAMIDE
                                      Perché non parli?
 SCITALCE
 Promisi di tacer.
 SEMIRAMIDE
                                  Tacesti assai;
 è tempo di parlar.
 SCITALCE
                                    Rendimi il brando
770altro a dir non mi resta.
 SEMIRAMIDE
 Non hai che dirmi! E la risposta è questa?
 SCITALCE
 Vuoi dunque ch'io risponda? Odimi. Esposto
 degli uomini allo sdegno,
 all'ira degli dei
775prima d'esserti sposo esser vorrei.
 SEMIRAMIDE
 E questa è la mercede
 che rendi a tanto amore
 anima senza legge e senza fede?
 Tradita, disprezzata,
780ferita, abbandonata,
 mi scopro, ti perdono,
 t'offro il talamo, il trono
 e non basta a placarti
 e a pietà non ti desti?
785Qual tigre t'alattò? Dove nascesti?
 SCITALCE
 E ancor con tanto orgoglio...
 SEMIRAMIDE
 Taci, ingiurie novelle udir non voglio.
 Custodi olà, (Esce un custode, che ricevuto l’ordine parte; indi ritorna con la spada, quale consegna a Scitalce) rendete
 il brando al prigionier; libero sei;
790va' pur dove ti guida
 il tuo cieco furor; vanne ma pensa
 ch'oggi ridotta alla sventura estrema
 vendicarmi saprò; pensaci e trema.
 
    Fuggi dagli occhi miei,
795perfido, ingannator.
 Ricordati che sei,
 che fosti un traditor,
 ch'io vivo ancora.
 
    Misera, a chi serbai
800amore e fedeltà?
 A un barbaro che mai
 non dimostrò pietà,
 che vuol ch'io mora. (Parte)
 
 SCENA V
 
 SCITALCE, poi TAMIRI
 
 SCITALCE
 Dove son! Che ascoltai! Tanta fermezza
805può mostrar chi tradisce? Oh dei! Se mai
 ingannato io mi fossi!
 se mai fosse fedel? Se tanti oltraggi
 soffrisse a torto... Eh non son folle. Ah dunque
 maggior fede io dovrei
810a' suoi detti prestar, che agli occhi miei?
 Risolviti o Scitalce,
 e detesta una volta i tuoi deliri.
 TAMIRI
 Principe...
 SCITALCE
                      Alfin  Tamiri (Risoluto)
 m'avveggo dell'error. Teco un ingrato
815so che finora io fui ma più nol sono;
 concedimi, io lo chiedo, il tuo perdono.
 TAMIRI
 (Nino parlò per me). Finger tu puoi.
 Nol crederò se pria
 la tua destra non stringo.
 SCITALCE
820Ecco la destra mia. Vedi s'io fingo.
 
 SCENA VI
 
 MIRTEO e detti
 
 MIRTEO
 Così vieni a pugnar? Chi ti trattiene?
 Più non sei prigionier, libero il campo
 il re concede. A che tardar? Raccogli
 quegli spiriti codardi.
 SCITALCE
825Mirteo, per quanto io tardi,
 troppo sempre a tuo danno
 sollecito sarò.
 MIRTEO
                            Dunque si vada.
 TAMIRI
 No no; già tutto è in pace:
 che si pugni per me più non intendo.
 SCITALCE
830Sodisfarlo convien. Prence t'attendo.
 
    Odi quel fasto? (A Tamiri)
 Scorgi quel foco?
 Tutto fra poco
 vedrai mancar.
 
835   Al gran contrasto
 vedersi appresso
 non è l'istesso
 che minacciar. (Parte)
 
 SCENA VII
 
 TAMIRI e MIRTEO
 
 TAMIRI
 (S'impedisca il cimento,
840si voli al re). (In atto di partire)
 MIRTEO
                           Così mi lasci? Almeno
 guardami ingrata e parti.
 TAMIRI
 Mirteo non lusingarti. Io ben conosco
 tutti i meriti tuoi: quando io ti deggio
 in faccia al mondo intero
845sempre confesserò: saprò serbarti
 per fin ch'io viva un'amistà verace.
 Ma Scitalce mi piace,
 sol per lui di catene ho cinto il core.
 MIRTEO
 Ma la ragion?
 TAMIRI
                            Ma la ragione è amore. (Parte)
 
 SCENA VIII
 
 MIRTEO solo
 
 MIRTEO
850Or va' , servi un'ingrata; il tuo riposo
 perdi per lei, consacra a i suoi voleri
 tutte le cure tue, tutti i pensieri.
 Ecco con qual mercé
 poi si premia la fé di chi l'adora.
855Diviene infida e ne fa pompa ancora.
 
    Sentirsi dire
 dal caro bene:
 «Ho cinto il core
 d'altre catene»
860quest'è un martire,
 quest'è un dolore
 che un'alma fida
 soffrir non può.
 
    Se la mia fede
865così l'affanna,
 perché tiranna
 m'innamorò? (Parte)
 
 SCENA IX
 
 Anfiteatro con cancelli chiusi dai lati e trono da una parte.
 
 SEMIRAMIDE con guardie e popolo, SIBARI e IRCANO
 
 IRCANO
 A forza io passerò, vuo' del cimento
 trovarmi a parte anch'io.
 SEMIRAMIDE
                                                Così partisti?
870Qual mai ragion sopra una man pretendi
 che ricusasti?
 IRCANO
                            Io ricusai la morte,
 avvelenato il nappo
 Sibari avea. Fu suo consiglio ancora,
 la tentata rapina. Egli è l'autore
875d'ogni mio fallo.
 SIBARI
                                 Ah mentitor!
 IRCANO
                                                           Sugli occhi
 del tuo re quest'acciar... (In atto di ferire)
 SEMIRAMIDE
                                               Non più. Per ora
 non voglio esaminar qual sia l'indegno.
 Olà. Si dia della battaglia il segno. (Mentre Semiramide va sul trono, Ircano si ritira da un lato in faccia a lei. Sibari resta alla sinistra del trono, suonano le trombe, s’aprono i cancelli, dal destro de’ quali vien Mirteo e dall’opposto Scitalce, ambedue senza spada, senza cimiero e senza manto)
 
 SCENA ULTIMA
 
 MIRTEO, SCITALCE, poi TAMIRI e detti
 
 MIRTEO
 (Al traditore in faccia il sangue io sento
880agitar nelle vene). (Guardando Scitalce)
 SCITALCE
                                     (Io sento il core
 agitarsi nel petto in faccia a lei). (Guardando Semiramide)
 SEMIRAMIDE
 (Spettacolo funesto agli occhi miei!) (Due capitani delle guardie presentano l’armi a Scitalce e a Mirteo e si ritirano appresso i cancelli. Mentre Mirteo e Scitalce si muovono per combattere esce frettolosa Tamiri)
 TAMIRI
 Ah fermari Mirteo. Sai ch'io non voglio
 più vendetta da te.
 MIRTEO
                                     Vendico i miei,
885non i tuoi torti; è un traditor costui,
 mentisce il nome; egli s'appella Idreno,
 egli la mia germana
 dall'Egitto rapì.
 SIBARI
                                (Stelle che fia!)
 SCITALCE
 Saprò qualunque io sia...
 SEMIRAMIDE
                                                Mirteo, t'inganni.
 MIRTEO
890Nella reggia d'Egitto
 Sibari lo conobbe, egli l'afferma.
 SIBARI
 (Aimè!)
 SCITALCE
                   Che! Mi tradisci, (A Sibari)
 perfido amico! È ver, mi finsi Idreno:
 è ver la tua germana
895là del Nilo alle sponde
 rapii, trafissi e la gittai nell'onde.
 MIRTEO
 Empio! Inumano!
 SCITALCE
                                    In questo foglio vedi (Cava il foglio)
 s'ella fu, s'io son reo.
 Sibari lo vergò, leggi, Mirteo. (Lo dà a Mirteo)
 SIBARI
900(Tremo).
 SEMIRAMIDE
                    (Che foglio è quello?)
 MIRTEO
                                                             «Amico Idreno. (Legge)
 Ad altro amante in seno
 Semiramide tua porti tu stesso;
 l'insidia è al Nilo appresso. Ella che brama
 solo esporti al periglio
905di doverla rapir, ti finge amore,
 fugge con te ma col disegno infame
 di privarti di vita
 e poi trovarsi unita
 a quello a cui la stringe il genio antico.
910Vivi; ha di te pietà Sibari amico».
 SEMIRAMIDE
 (Stelle! Che inganno orredo!)
 MIRTEO
 Sibari, io non t'intendo. In questo foglio
 tu di Scitalce amico, e pur poc'anzi
 da me, lo sai, tu lo volevi oppresso.
915Come amico e nemico
 di Scitalce esser può Sibari istesso?
 SIBARI
 Allor... (Mi perdo... ) Io non credea... Parlai...
 MIRTEO
 Perfido, ti confondi. Ah Nino, è questi
 un traditor: da' labbri suoi si tragga
920a forza il ver.
 SEMIRAMIDE
                           (Se qui a parlar l'astringo
 al popolo ei mi scopre). In chiuso loco
 costui si porti e sarà mia la cura
 che tutto ei sveli.
 SIBARI
                                  A che portarmi altrove?
 Qui parlerò.
 SEMIRAMIDE
                          No, vanne; i detti tuoi
925solo ascoltar vogl'io.
 SCITALCE
 Perché?
 MIRTEO
                  Resti.
 IRCANO
                               Si senta.
 SIBARI
                                                 Udite.
 SEMIRAMIDE
                                                               (Oh dio!)
 SIBARI
 Semiramide amai. Lo tacqui, intesi
 l'amor suo con Scitalce. A lei concessi
 agio a fuggir; quanto quel foglio afferma
930finsi per farla mia.
 SCITALCE
                                     Fingesti? Io vidi
 pure il rival, vidi gli armati.
 SIBARI
                                                     Io fui
 che mal noto fra l'ombre
 sul Nilo v'attendea. Volli assalirti
 vedendoti con lei
935ma fra l'ombre in un tratto io vi perdei.
 SCITALCE
 Ah perfido! (Che feci!)
 SIBARI
                                             Udite; ancora
 molto mi resta a dir.
 SEMIRAMIDE
                                        Sibari, basta.
 IRCANO
 No; pria si chiami autore
 de' falli apposti a me.
 SIBARI
                                          Tutti son miei.
 SEMIRAMIDE
940Basta, non più.
 SIBARI
                               No, non mi basta.
 SEMIRAMIDE
                                                                 (Oh dei!)
 SIBARI
 Giacché perduto io sono,
 altri lieto non sia. Popoli, a voi
 scopro un inganno, aprite i lumi; ingombra
 una femina imbelle il vostro impero...
 SEMIRAMIDE
945Taci. (È tempo d'ardir). Popoli, è vero. (S’alza in piedi sul trono)
 Semiramide io son; del figlio invece
 regnai finor ma per giovarvi. Io tolsi
 del regno il freno ad una destra imbelle
 non atta a moderarlo; io vi difesi
950dal nemico furor; d'eccelse mura
 Babilonia adornai;
 coll'armi io dilatai
 i regni dell'Assiria. Assiria istessa
 dica per me se mi provò finora
955sotto spoglia fallace
 ardita in guerra e moderata in pace.
 Se sdegnate ubbidirmi, ecco depongo
 il serto mio; non è lontano il figlio; (Depone la corona sul trono)
 dalla reggia vicina
960porti sul trono il piè.
 CORO
 
    Viva lieta e sia regina
 chi finor fu nostro re. (Semiramide si ripone in capo la corona)
 
 MIRTEO
 Ah germana!
 SEMIRAMIDE
                           Ah Mirteo! (Scende dal trono ed abbraccia Mirteo)
 SCITALCE
                                                  Perdono, o cara. (S’inginocchia)
 Son reo...
 SEMIRAMIDE
                     Sorgi e t'assolva
965della mia destra il dono. (Porge la mano a Scitalce)
 SCITALCE
                                                Oh dio, Tamiri,
 coll'idol mio sdegnato
 io ti promisi amor.
 TAMIRI
                                      Tolgano i numi
 ch'io turbi un sì bel nodo; in questa mano
 ecco il premio, o Mirteo, da te bramato. (Dà la mano a Mirteo)
 SCITALCE
970Anima generosa!
 MIRTEO
                                  Oh me beato!
 IRCANO
 Lasciatemi svenar Sibari e poi
 al Caucaso natio torno contento.
 SEMIRAMIDE
 D'ogni esempio maggiori,
 principe, i casi miei vedi che sono; (Ad Ircano)
975sia maggior d'ogni esempio anche il perdono.
 CORO
 
    Donna illustre, il ciel destina
 a te regni, imperi a te.
 
    Viva lieta e sia regina
 chi finor fu nostro re.
 
 Il fine